Ciliegi in fiore

 

Non si rincorre la felicità, la si crea...

La primavera ormai era alle porte, i ciliegi a Seul erano già in fiore e come da buona tradizione orientale tutti a passeggiare sotto gli alberi fioriti ed a fare i picnic nei parchi.

Questa è una tradizione che apprezzo moltissimo, avere il contatto con la natura e festeggiare le sue varie fasi, rilassa la mente e rallegra lo spirito.

La temperatura da noi era ancora ancora bassa ma a Seul si aggirava già intorno ai 25° nella prima decade di aprile. 
Una delle insegnanti era appassionata dell'Italia e oltre a chiederle via via alcune informazioni sul nostro Paese un giorno le aveva messo anche il voto in italiano, ma che simpatica!
Finalmente con l'inizio della bella stagione il pomeriggio andava a studiare nei parchi con le amiche e i panorami erano molto rilassanti
Il corso all'università continuava regolarmente e le giornate ormai avevano preso una piega di normalità anche per noi. Ormai mi stavo abituando ad averla lontana e a non sapere quando sarebbe tornata ma in un piccolo angolo del cuore speravo che il 10 giugno confermasse la prenotazione e prendesse il volo per tornare a casa. Anche le videochiamate iniziavano a diradare passava anche più di una settimana tra una e l'altra e la sera non scriveva più per avvertire che era rientrata a casa. La mente si abitua alla distanza e ognuno di noi aveva ripreso a fare la propria vita anche se a chilometri di distanza.
Ed anche la Pasqua era arrivata, altra festa senza la figlia che invece l'aveva trascorsa con le amiche in un parco pieno di tulipani
  

Dall'Università avevano iniziato a fare pressione per sapere chi si sarebbe iscritto anche al corso successivo. Volevano una risposta velocemente e qui iniziavano di nuovo le noti dolenti per le nostre orecchie! 
Si era informata e facendo subito l'iscrizione, portando i documenti alla segreteria l'Università avrebbe pensato a richiedere direttamente il visto per gli studenti iscritti, quindi niente code da fare all'ufficio immigrazione.
Non eravamo molto d'accordo che rimanesse ancora, a noi sei mesi sembravano sufficienti per realizzare un sogno ed avere una bella avventura, questo poteva essere il momento giusto per rientrare in Italia. 
Ho avuto con lei uno scambio di opinioni un po' più sostenuto del solito e sinceramente sentirmi dire che là era felice, che non si sentiva pronta per tornare in Italia e che se fosse tornata sapeva già che sarebbe stata male, sinceramente mi ha ferito profondamente. Ci sono rimasta molto male!
Capivo che là fosse felice, questa non era certo la vera vita e fin'ora era stata solo una bella vacanza con un po' di studio. Era la realizzazione di un sogno che comunque ad un certo punto finirà, non si può andare sempre alla ricerca della felicità percorrendo anche chilometri di distanza pensando di trovarla. Secondo me la felicità devi crearla e allora la troverai ovunque tu possa trovarti, altrimenti sarai sempre infelice.

segue... mercoledì 27/07

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